Cappellacci scrive alla Ue e al Governo: "La Sardegna vuole essere zona franca"

10.02.2013 15:42

 

La Sardegna punta a dichiarare zona franca l'intero territorio regionale. La comunicazione è stata firmata ieri mattina dal presidente della Regione Ugo Cappellacci e sarà inviata a Governo e Unione Europea.

La lettera è stata firmata alla presenza dei capigruppo della maggioranza di centrodestra che governa la Regione e del presidente dell'Autorità portuale di Cagliari, Piergiorgio Massidda - e sarà inviata a Governo e Unione Europea.

La Giunta regionale ha approvato una delibera per avviare il percorso per rendere operativa la fiscalità doganale e di vantaggio non solo nei sei porti dell'Isola (Cagliari, Portoscuso, Oristano, Porto Torres, Olbia e Arbatax) ma anche in tutti i Comuni sardi, attraverso una perimetrazione, sottoposta a valutazione, coincidente con i confini naturali della Sardegna e delle sue isole minori e sulla base dell'articolo 174 del Trattato di Lisbona.

I tempi sono stretti perché il prossimo 30 giugno entra in vigore in tutta Europa il nuovo codice doganale comunitario che in Italia prevede due sole zone franche integrali, Livigno e Campione d'Italia, mentre in Europa sono presenti alcune isole, come le Canarie, ma non la Sardegna. L'istituzione della zona franca doganale è già prevista dalla normativa nazionale per i sei porti dell'Isola, ma attuata solo a Cagliari, anche se non del tutto operativa: dovranno essere riviste le perimetrazioni di tutti i porti, anche sulla base dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che estende di oltre 100 km il limite della zona franca doganale. In questo caso il vantaggio per le imprese è quasi esclusivamente legato all'esportazione di prodotti trasformati, magari nell'Isola, che non pagheranno l'Iva e gli altri dazi all'interno delle zone franche, considerate extra territoriali. La zona franca integrale - un primo esempio è quello di 23 comuni del Sulcis - offre invece la possibilità di esenzione dal pagamento di alcune imposte al consumo, come ad esempio nel caso dei carburanti, entro certi limiti fissati da un successivo decreto del presidente del consiglio dei ministri.

—————

Indietro