Cristian Chironi a Bologna con “My house is a Le Corbusier”

10.01.2015 17:02

E’ stato presentato oggi a Bologna “My house is a Le Corbusier” di Cristian Chironi all’ Esprit Noveau, in Piazza Costituzione a Bologna. Il progetto ha al suo centro le numerose abitazioni progettate nel mondo dal celebre architetto, nelle quali l’artista trascorrerà un periodo di residenza.

È una fortuna poter assistere ad una conferenza stampa nel luogo in cui lo stesso progetto prende forma: il luminoso complesso del venerato architetto Svizzero. In questo luogo si svilupperà per alcune settimane una serie di eventi che si terranno al suo interno durante la residenza di Chironi.

L’introduzione è affidata a Silvia Fanti, direttrice artistica di Xing, che dopo una serie di ringraziamenti e la presentazione dei presenti, apre le porte al lavoro di Chironi:”My house is a Le Corbusier è un progetto a lungo termine che vede una tappa in questo spazio (dal 7 gennaio fino alla fine di ArteFiera). Bisogna sottolineare il sostegno del MAMbo, del MAN di Nuoro e di Xing. Vorrei fare un brevissimo ragionamento sul formato scelto su questa tappa Bologna: si basa sull’entrare in uno spazio, di abitare all’interno di un’architettura che fa parte di una storia precisissima, quindi in qualche modo attinente alle forme di espressione di Chironi che attraverso diversi campi: visivo, performativo, fotografico. Siamo arrivati ad un versione di performance espansa; Chironi costruisce un ambiente all’interno dell’architettura. La definizione dello stesso Le Corbusier “Casa dell’uomo” è ripresa di Chironi per i due aspetti fondamentali, cioè la dimensione umana e quella più ampia: l’artista, infatti, lavora tra folclore e globale che convergono in una dimensione specifica che è il corpo dell’uomo e ciò che esso contiene. Bisogna impadronirsi dell’edilizia, è importante la figura del costruttore, ma soprattutto del rapporto della luce. Trovarsi in questo luogo ci permette di capire in prima persona i vari concetti di Le Corbusier. Chironi già con il lavoro “Broken English” aveva studiato la semplificazione della comunicazione globale, ha reinterpretato il mondo indossandolo e riuniversalizzandolo. Io trovo un’affinità con la ricerca degli anni ’70 di Alan Kaprow che ha spostato l’arte dal museo alla strada e l’ha praticata in una dimensione quotidiana. In ultimo importante da segnalare un ragionamento sul formato: non siamo in una mostra ma in un processo, questo vuol dire porsi in una maniera “calda” nei confronti del visitatore. Ci sarà una settimana nella quale chi vuol visitare questo luogo si metterà direttamente in contatto con l’artista; ci saranno inoltre degli accadimenti di vario genere. Ci sarà un forma di vissuto che convergerà nell’esposizione finale. Non si parte da un idea che si realizza ma è un susseguirsi di incroci e occasioni che vengono cuciti in una trama che è il processo di cui si è parlato.”

E’ il turno di Michele Zanelli, (Responsabile Servizio Qualità urbana e politiche abitative Regione Emilia – Romagna), che sottolinea l’importanze avuta dalla Regione e dal Comune di Bologna per la ripertura del Padiglione, dopo un lungo periodo di inutilizzo.

Interessanti le puntualizzazioni fatte dall’ingegnere Francesca Talò: “Mi occupo del restauro moderno, ho lavorato e mi sono formata con il team che ha contribuito a portare alla luce questo stabile di Le Corbusier. Questo è un oggetto particolare, una copia dell’originale, ma è soprattutto un condensatore degli studi architettonici sul moderno.” Dopo un breve excursus sulla storia del complesso termina con un’importante frase sul suo ruolo all’interno del progetto. “Il mio ruolo è quello di guidare Cristian all’interno dell’Esprit Noveau e di fargli comprendere i suoi spazi architettonici”.

Dopo questa già densa presentazione l’artista Cristian Chironi ci invita all’interno di quella che sarà la sua dimora per le prossime settimane e ci introduce brevemente agli eventi che si terranno nel corso della sua permanenza: “Domenica 18 abbiamo deciso di accompagnare il pubblico all’interno dell’abitazione mentre sabato 24 gennaio Francesco “Fuzz” Brasini interverrà con una sonorizzazione del luogo basata sulla sua planimetria. Il progetto nasce da una storia avvenuta nel mio paese natale: Orani, nella quale l’artista Costantnino Nivola, caro amico di Le Corbusier, affida la costruzione di una casa progettata da quest’ultimo alla sua famiglia nella speranza che le istruzioni venissero seguite dettagliatamente. Ciò non accade e anzi, la struttura assomigliava più ad un rudere che ad una casa quindi Nivola si riprese il progetto e tutt’oggi non si sa quale sarà il suo destino. Io vivrò per tempi diversi in tutte le case che questo grande architetto ha ideato, la prossima sarà quella di Parigi. Trovo che sia un privilegio quello di poter abitare delle strutture tra le più importanti dell’architettura contemporanea, soprattutto visto che io non sono un esperto né di architettura né di Le Corbusier, però sono realmente affascinato dalle sue creazioni, che sono delle opere d’arte, quindi per me sarà come vivere un’opera d’arte: un’esperienza che non mi è mai capitata prima. Inoltre questo lungo soggiorno sarà per me l’occasione per girare il mondo, Le Corbusier ha creato stabili in tutti i continenti e questo per me è davvero stimolante. In molti si stanno appassionando a questo mio lavoro e ma man mano… mi stanno dando le chiavi!”.

Al termine della conferenza sono emerse, grazie ad alcune domande dei giornalisti, alcune ulteriori informazioni sul progetto. Durante i vari soggiorni, Chironi raccoglierà del materiale riguardante le sue esperienze custodendole digitalmente all’interno di un hard disc. In seguito saranno prodotti una serie di cataloghi. Altra curiosità emersa è il fatto che nessun mobile entrerà nel padiglione all’infuori di un frigo e una piccola cucina. Lo stesso letto è opera di Cristian Chironi.

Report di Eugenio Luciano, Bologna

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