Domus , c'è Maria Lai tra le mostre più belle del 2014

07.01.2015 15:29

SASSARI. La rivista Domus – storico magazine fondato da Giò Ponti negli anni ’20 e oggi importante riferimento internazionale su architettura e arti visive anche sul web con edizioni in diverse lingue – ha selezionato la mostra del Man di Nuoro su Maria Lai tra le 15 più belle e pregnanti del 2014 a livello internazionale.

Per la prestigiosa testata: «la mostra “Maria Lai, ricucire Il Mondo: un anno dopo la sua morte”, ha coinvolto i centri di Cagliari, Nuoro e Ulassai in una retrospettiva su questa artista sarda, spiegando la sua capacità di interpretare la sua patria, senza mai essere locale. Allo stesso modo, anche se il suo lavoro pone ogni oggetto e gesto al centro di una rete di storie e relazioni – rendendo tutto più interessante – la dimensione antropologica non soffoca la sua ricerca poetica».

L'esposizione ha proposto – dalla primavera all'autunno dell'anno scorso– un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo Man di Nuoro e il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, “Ricucire il mondo” è stata la prima retrospettiva completa dedicata all'artista.

Domus aveva seguito e recensito l'iniziativa del Man già dai primi giorni dell'esposizione con un reportage del critico, curatrice e docente di arte contemporanea, Gabi Scardi. La mostra del Man, a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, è stata l'unica retrospettiva di un artista selezionata da Domus la cui redazione ha scelto molti progetti legati all'intervento dell'arte sul sociale. Le storie d’arte della selezione sono lavori provocatori e fortemente legati attualità. Come l'installazione dell'artista argentino Leandro Erlich, una facciata di una casa distesa sul pavimento davanti a un grande specchio. Il memoriale per ricordare le vittime del massacro di Utøya di Jonas Dahlberg, che ha proposto una ferita all'interno del paesaggio. “#NotABugSplat”dove un collettivo artistico ha installato un ritratto rivolto verso l'alto nella regione del Pakistan, bombardata dai droni. La “Rivoluzione Permanente”, un gioco originale dell'artista messicano Pedro Reyes, che esplora le tensioni tra socialismo e capitalismo.

All’interno della selezione di Domus l’opera dell’artista sarda si colloca come una lettura poetica del mondo attraverso la comprensione delle esperienze semplici e dirette che divengono universali. Come a scritto Gabi Scardi a proposito di “Legare la montagna”: «ha legato il paese e la sua montagna, generando l'effetto di una vera condivisione e l’esperienza che diventa metafora del successo della rete sociale, quella fatta di obbligazioni, valori, sentimenti, emozioni e relazioni».

di Paolo Curreli

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