Trattare di cultura in rapporto all'economia sembra agli schizzinosi mescolare la spiritualità dell'umanesimo alle impurità del capitalismo. Ma ogni civiltà è stata un miscuglio di ingredienti, virtuosi e barbari. Le civiltà possono essere tuttavia migliorate, aumentando le virtù individuali (la libertà dei moderni) e quelle civiche (la libertà degli antichi), combinando merito e uguaglianza.
Ridurre patrimonio e produzioni culturali a merci significa mortificarne la qualità, ma depurare la cultura da qualsiasi nesso imprenditoriale, di servizio e tecnologico è altrettanto sbagliato. La vita è stata e sarà marea fluttuante e imprecisa di alto e basso, bellezza e numero, immaterialità e materialità: è il suo bello!
Proprio perché le civiltà sono sistemi, le cui componenti sono utili l'una all'altra, ogni accentuazione estrema diventa anti-sistema, buona per una ideologia più che a una politica. Ad esempio, demonizzare banche, imprese e il desiderio individuale di arricchirsi e migliorare è il contrario di quel contemperare interessi particolari e generali in cui è il segreto delle ...
CORRIERE DELLA SERA 21 MARZO 2012