Sardegna: è attivo il più grande radiotelescopio mobile d’Europa

04.10.2013 12:16

Dopo alcuni mesi di test il nuovo radiotelescopio italiano Srt (Sardinia Radio Telescope), da alcuni giorni ha aperto ufficialmente gli occhi entrando in piena attività. Si tratta di una grande parabola di 64 metri di diametro che può muoversi in ogni direzione andando a caccia delle onde elettromagnetiche che gli astri inviano nel cosmo a varie frequenze a seconda della loro natura.

 

Sardegna: attivo il nuovo radiotelescopio
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RICERCA - Il nuovo radiotelescopio spuntato a nord di Cagliari sotto la guida di Nicolò D’Amico dell’Università di Cagliari, è nato per diversi compiti estendendo l’attività già in corso con questo genere di strumenti dalla stazione di Medicina, vicina a Bologna. Qui, ancora negli anni Sessanta, per iniziativa di Marcello Ceccarelli, un illustre astrofisico dell’università bolognese, nasceva la «Croce del Nord», un complesso di antenne distribuite nella pianura, al quale si aggiungeva poi una parabola di 34 metri. Sia queste che il nuovo insediamento fanno parte dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). Ma dato l’ingente investimento necessario (intorno a 70 milioni di euro) alla sua realizzazione, oltre all’Inaf, hanno contribuito il ministero della Ricerca, la Regione Sardegna e l’Asi (Agenzia spaziale italiana).

SCOPI - Tre sono gli scopi per i quali è stata costruita la grande parabola, la più grande d’Europa e la seconda al mondo (in Germania ce n’è una più grande, ma è fissa e quindi ha un uso contenuto). «Il primo», precisa Giovanni Bignami, presidente dell’Inaf, «è indagare regioni profonde dell’universo, ma anche oggetti particolari come pulsar e magnetar, cioè resti di stelle morte in rapida rotazione e con enormi campi magnetici. Inoltre, abbinata ad antenne di altre nazioni, potrà approfondire sia numerosi aspetti degli astri ma anche rilevare gli spostamenti dei continenti sui quali le antenne sono installate e interessanti per le ricerche sui terremoti». Il terzo lavoro che compirà Srt sarà invece di natura spaziale. «Con la nuova parabola potremo far parte delle reti della Nasa e dell’Esa concepite per mantenere i collegamenti con le sonde interplanetarie», precisa Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Asi . «Anzi, potrà effettuare un lavoro ancora più preciso della grande antenne di Goldstone, in California, perché utilizza frequenze più elevate. Quindi», aggiunge, «Srt sarà prezioso soprattutto nelle manovre più complesse che i robot cosmici devono effettuare e nella trasmissione di grandi quantità di dati. A tal fine diventerà quindi efficace nelle future missioni umane, ad esempio verso gli asteroidi».

SEGNALI - L’Asi ha contribuito per il 20 per cento, una quota corrispondente a un tempo di utilizzo. Infine, anche dalla Sardegna si continueranno le attività già in corso da anni con le antenne bolognesi di Medicina (come accade con altri radiotelescopi sparsi per il mondo) con le quali si scandaglia il cielo alla ricerca di segnali intelligenti. Srt effettuerà trasmissioni con vari significati (ad esempio: la Terra è un pianeta bellissimo) che si stanno valutando verso alcune stelle a partire da epsilon Eridani.

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